E’ attualmente al vaglio del Parlamento una proposta di modifica (n. 397 del 6/3/2017) del nuovo Codice degli Appalti (decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50) che dovrebbe portare alla diffusione della ISO 37001 nel mondo delle stazioni appaltanti.
L’attuale Codice degli Appalti (D.Lgs. 50/2016), all’Art. 38 “Qualificazione delle stazioni appaltanti e centrali di committenza”, stabilisce tra l’altro che è istituito presso l’ANAC, che ne assicura la pubblicità, un apposito elenco delle stazioni appaltanti qualificate, che i requisiti di qualificazione sono individuati sulla base di parametri e si distinguono in requisiti di base e premianti quali, tra gli altri … valutazione positiva dell’ANAC in ordine all’attuazione di misure di prevenzione dei rischi di corruzione e promozione della legalità, presenza di sistemi di gestione della qualità conformi alla norma UNI EN ISO 9001 degli uffici e dei procedimenti di gara, certificati da organismi accreditati per lo specifico, applicazione di criteri di sostenibilità ambientale e sociale nell’attività di progettazione e affidamento.
Quanto sopra si applica a tutte le amministrazioni aggiudicatrici: le amministrazioni dello Stato; gli enti pubblici territoriali; gli altri enti pubblici non economici; gli organismi di diritto pubblico; le associazioni, unioni, consorzi, comunque denominati, costituiti da detti soggetti, nonché alle centrali di committenza.
Le stazioni appaltanti (stimate in circa 30.000), quindi, dovranno qualificarsi, dimostrando di avere determinanti requisiti qualitativi/organizzativi.
Tra i requisiti premianti – se verrà la proposta del 6 marzo – sarà introdotto il possesso della certificazione ISO 37001 per dimostrare l’attuazione di misure di prevenzione dei rischi di corruzione e promozione della legalità, richieste dal Codice degli Appalti.